Monte Brecciaro e monte Ritornello

Sulle vette minori dei Reatini.
Il Ritornello tra le montagne più importanti dei Reatini è tra le più basse, non raggiunge i 1900m. eppure la sua piccola piramide di vetta è il pulpito che permette la vista più bella di tutto il gruppo e non solo. L'orizzonte si apre senza interruzioni fino alla Laga e al Gran Sasso, fino al Velino.


Con la scusa della bella e “ardita” salita al monte Cavallo ogni volta che abbiamo preso il sentiero che dal rifugio Sebastiani e dalla testata di Vallescura sale al monte Brecciaro non abbiamo mai raggiunto il monte Ritornello, oggi quindi abbiamo deciso che doveva essere la nostra prima meta e il Cavallo sarebbe stato solo un eventuale sfizio qual ora ne avessimo avuto voglia e tempo. Il piazzale del rifugio Sebastiani è da un po’ interdetto alle auto, la strada che sale alla sella di Leonessa è sbarrata al traffico, la strada intorno al rifugio è praticamente un parcheggio; lasciamo l’auto dove possiamo e saliamo il breve dislivello fino alla dorsale che chiude Vallescura, intercettiamo subito la strada brecciata che ci si infila dentro, al primo tornante si stacca sulla sinistra la traccia per il Porcini ed il monte di Cambio, al secondo esattamente al suo centro e sulla destra, si stacca la traccia per il monte Brecciaro. In questo breve tratto di brecciata siamo stati inondati da un mare di colori, di tonalità e di controluce, le linee della Laga formano l’orizzonte che la Vallescura lascia libero, spuntano appena dalle nebbie mattutine, i versanti Nord-Ovest del monte Cavallo, e del Brecciaro sono in ombra, scuri che fatichiamo a capirne i dettagli, il bosco che sale i fianchi Nord di Vallescura sono invece illuminati dal sole e irradiano tutte le tonalità calde dal giallo al roso brunito, spiccano al sole caldo di prima mattina il Porcini e più lontano il Cambio; si stava preparando una giornata da vivere con calma per gustarsi ogni mutamento di colore e temperatura dell’aria. Dal secondo tornante della brecciata si taglia verso il bosco e lo si attraversa per il breve tratto che si allunga sulla testata della valle, se ne esce quasi subito su una breve dorsale che fa da sponda alla Vallescura sotto i costoni del Cavallo, ambiente bellissimo pur che in ombra, conteso tra i colori dei faggi che riescono a raggiungere la dorsale, i prati verdi e i brecciai che chiudono il vallone; il ripido versante del Cavallo si impone su tutto, verticale e in ombra è una presenza opprimente, bella linea e già tutta a vista la lunga traccia che lo traversa in salita e che si perde sui contrafforti del Brecciaro. Non c’è il fascino della Majella o del Gran Sasso solo per le modeste dimensioni dei Reatini, di bellezza ce ne è uno sproposito. Scivolando sulla dorsale che chiude la valle arriviamo all’imbocco della traccia (+40 min.), ci sono segnali sul percorso ma oggi non servono e ci siamo arrivati a vista; la salita tranne pochi tratti in cui si inerpica un pochino è graduale, salendo si arriva sfiorare la parete verticale del monte Cavallo e qualche piccola grotta che si apre alla base, il buio del versante è mitigato dal trionfo di luce che emana il cielo e soprattutto il versante opposto della valle ammantato dei caldi colori delle faggete. Il Terminillo da ora in poi suggellerà l’orizzonte verso Ovest con la sua bellissima inconfondibile linea. Salendo si arriva poco sotto la frastagliata cresta che scende dal Cavallo, poco sotto la serie di piccole selle e piccole gobbe che conosciamo bene, da qui si legge bene l’esposizione che sopra abbiamo provato un paio di volte, molto pronunciata e fatale direi, sensazioni che per via dell’adrenalina e della concentrazione percorrendola non abbiamo mai veramente vissuto. E’ solo da questa posizione che si intuisce la linea della traccia che aggira lo sperone erboso del Brecciaro, che si avvita fino a raggiungere la dorsale; la cima del Brecciaro una volta in cresta è a pochi minuti, alle spalle la salita al Cavallo, la passerella molto esposta anche se facile, i sottili, verticali e in alcuni tratti e franosi spigoli, il versante Est meno ripido ma ugualmente sfuggente esplodono in tutta la loro elettrizzante attrazione, emanano fascino e rispetto, appaiono molto più arditi e complicati di quanto non siano in effetti, insomma letteralmente chiamano, forse sarà per il ritorno, o forse no, per ora puntiamo il Ritornello. Pochi metri di dislivello e meno di cento metri un omino con tanto di pietra con la solita scritta a sancirne nome e altezza, siamo sull’ampia vetta del Brecciaro (+50 min.) dove sostiamo poco, tanto ci dovremo ripassare; la vista è strepitosa, il vicino Cavallo col suo tormentato spigolo Nord, il Terminillo che si alza sopra la testata di Vallescura, formano un quadro bellissimo. Ma ci aspetta la crestina fino alla piccola piramide del Ritornello e ripartiamo subito, poco più di un chilometro di cresta a tratti sottile, erbosa, con affacci sulla profonda Vallescura e sulla più ampia valle che declina con pratoni fino a Micigliano e ancora più giù fino ad Antrodoco, intuibile da qui nel suo reticolo di strade. Dalle nuvole ad est sporge il Gran Sasso con le più alte vette centrali, isole in un mare agitato; avvicinandoci al Ritornello il profilo ha un che di familiare, ricorda, con meno spettacolarità e solo nelle linee quello della più famosa Sibilla, una piccola stretta piramide che sale repentina sulla dorsale. Se il panorama che si godeva dal Brecciaro era importante quello che si gode dal Ritornello lo è ancora di più (+35 min.), raccoglie tutti i Reatini, lo spigolo del Cavallo è meno dettagliato ma la distanza lo rende ancora più ardito e ripido, in mezzo Il Brecciaro, una bella salita da fare al ritorno, credo che il Ritornello sia il punto di osservazione principe sui Reatini. Stanno arrivando degli escursionisti da Est, a gruppetti annunciano una comitiva che si è allungata lungo l’estenuante salita da Micigliano, per puro caso li aspettiamo e ancora non ci hanno raggiunto che Marina riconosce Valeria, forte escursionista ascolana, a traino, a guidare gli altri gruppi Alberico, una figura a cui devo tanto, almeno per quello che riguarda le guide escursionistiche degli Appennini il mio vate dal momento che dirigendo la casa editrice della S.E.R. ha nutrito fino a poco tempo fa i miei sogni. Un bell’incontro e del tutto casuale che ci ha fatto rimanere in vetta per altri quindici minuti. I primi che sono arrivati ripartono alla volta del Cavallo, noi rimaniamo a chiacchierare con Alberico, il clima era ideale e i panorami da condividere non mancavano, ripartiamo anche noi mentre il gruppo si andava riunendo e nel rientrare decidiamo che non vale la pensa impegnarsi nella salita al Cavallo, la giornata ci aveva regalato molto e andava bene così per cui il rientro è stato per la stessa via dell’andata, il tempo era passato e ci premeva chiudere secondo tradizione in qualche trattoria. Due ore il tempo impiegato per rientrare al Sebastiani dal Ritornello.